Territorio Storia Economia del Friuli-Venezia Giulia.
Il Percorso Artistico e Culturale Esperienze novecentesche Le Città Trieste Trieste Luoghi di interesse Risiera di S. Sabba Castello di Miramare Udine Udine: scorcio del centro e La sua Provincia Pordenone Gorizia Altro sul Friuli-Venezia Giulia GEOGRAFIA - ITALIA - FRIULI-VENEZIA GIULIALE CITTA' MINORIGrado(8.872 ab.). Città in provincia di Gorizia, sorge su un isolotto del Mare Adriatico. Deriva il nome dal latino gradus, che significa "scalo". Grado nacque infatti come scalo marittimo di Aquileia. Gli abitanti di Aquileia vi si rifugiarono nel 401 per sfuggire alle scorrerie del visigoto Alarico e nel 452, insieme al vescovo Niceta, all'arrivo degli Unni di Attila. Quando, dal 568, i Longobardi si insediarono stabilmente nella regione, il vescovo Paolino si stabilì definitivamente a Grado, che restò bizantina come tutta la costa. All'inizio del VII secolo, in seguito allo "scisma dei tre capitoli", si ebbe l'elezione di due patriarchi, uno ad Aquileia e uno a Grado. La città si legò sempre più alla potenza nascente di Venezia, cui trasmise la venerazione per l'evangelista Marco, la sede patriarcale (1157) e infine il Territorio Storia Economia del Friuli-Venezia Giulia stesso (1451). Durante la dominazione veneziana Grado fu governata da un conte provveditore, restando un'isola di pescatori, ai bordi di una laguna malsana. Nel 1797 seguì le sorti della Serenissima, passando all'Austria sotto cui rimase fino al 1918, anno in cui si unì all'Italia. Tra Ottocento e Novecento iniziò un nuovo sviluppo fondato sull'industria conserviera, legata alla pesca, e sullo sfruttamento delle qualità climatiche del luogo. Nel 1873, infatti, fu fondato uno stabilimento marino per bambini, dove si praticava soprattutto l'elioterapia. La stazione turistico-balneare nacque nel 1892, quando il governo austriaco inserì Grado fra le località di cura dell'Impero e affidò l'amministrazione della spiaggia a un Curatorio, ente morale per la "gestione delle cure e delle strutture di conforto". Per migliorare la ricettività di Grado si costruirono alberghi che spesso diventavano essi stessi centri di cura. Oggi le terme marine utilizzano le risorse climatiche e ambientali di Grado secondo aggiornati standard qualitativi. Dal V fino al XIX secolo la vita dei gradesi si svolse entro le mura e attorno alla loro unica ricchezza, la basilica di S. Eufemia. Oggi il castrum è difficilmente riconoscibile: è talvolta d'aiuto la toponomastica (Porta nuova, grande, piccola, Capelana). All'interno calli e campielli si insinuano tra le abitazioni antiche dei pescatori fatte di balaor (ballatoi), fugher (camini) che sporgono e terminano con comignoli fantasiosi. La basilica di S. Eufemia, l'antica cattedrale di Grado, sorse ad opera del vescovo Niceta ai primi del V secolo su una "basilichetta di Petrus" del secolo precedente. La primitiva chiesetta, circa un metro sotto il livello del pavimento attuale, è ancora visibile attraverso due botole: una lascia vedere il mosaico tombale di Petrus; l'altra, una vasca battesimale. La basilica fu terminata dal vescovo Elia (579), che la dedicò ai protomartiri aquileiesi Ermacora e Fortunato e a Eufemia, martire di Calcedonia, ribadendo la fedeltà della Chiesa di Aquileia ai dettati antiariani del concilio di Calcedonia. Oggi la basilica si mostra in tutta la sua semplicità paleocristiana, dopo che i restauri novecenteschi l'hanno ripulita dalle sovrapposizioni. Il mattone chiaro riveste la facciata a salienti e i fianchi in cui si aprono numerose finestre. Il campanile svetta nelle tipiche forme alto-medievali; nel 1462 i veneziani regalarono alla città la statua in rame di S. Michele Arcangelo, l'anzolo che sulla cuspide segna la direzione del vento. Semplice e disadorno appare anche l'interno, a tre navate divise da colonne con capitelli di recupero, uno diverso dall'altro. Inestimabile è il valore dei mosaici pavimentali, estesi su una superficie di circa 700 mq. A differenza di quelli aquileiesi, i mosaici di Grado raffigurano elementi geometrici, vicini ai canoni stilistici bizantini; il motivo più celebre, molto diffuso in alto Adriatico, è quello dell'onda subacquea ottenuto con pelte contrapposte (piccoli scudi ellittici) e un bel gioco cromatico. Notevole è anche il valore documentario dei mosaici, perché contengono decine di epigrafi che ricordano i donatori: all'ingresso vi è un'iscrizione con la quale lo stesso vescovo Elia si rivolge ai visitatori. Nella basilica è custodito inoltre un prezioso ambone, in cui colonnine romane con capitelli alto-medievali reggono un palco a cinque lobi, con balaustra ornata dai simboli degli evangelisti, probabilmente della metà del XII secolo; corona l'ambone un cupolino di gusto moresco, non estraneo alla cultura veneta. Sono invece del VI secolo le lastre marmoree (plutei) che delimitano il presbiterio, ornate da bassorilievi del repertorio simbolico alto-medievale. Alla parete dell'abside destra è murata la cassaforte del tesoro: i pezzi rimasti, dopo tanti saccheggi, sono pochi, ma molto significativi: tra gli altri, due preziosissime capselle d'argento (secoli V-VII); la reliquia della SS. Croce, di altissimo valore storico, perché donata dall'imperatore d'Oriente Eraclio alla Chiesa patriarcale di Grado, a conferma del sostegno imperiale. All'esterno della basilica è il Museo Lapidario, che conserva materiali romani (III sec.), paleocristiani e alto-medievali rinvenuti sull'isola. Il battistero, a fianco della navata sinistra, ha base ottagonale, con vasca battesimale esagonale, ricostruita, e mosaico (reintegrato nelle parti più chiare). Accanto a S. Eufemia sorge la più piccola basilica di S. Maria delle Grazie, forse voluta dal vescovo di Aquileia Cromazio, riparato a Grado all'epoca dell'incursione di Alarico (401). Quasi due secoli più tardi la completò Elia, rialzandola di circa un metro. Due fasi costruttive, dunque, su due livelli: al primo edificio appartiene la navata destra, con mosaici a motivi geometrici e tondi epigrafati, e il catino absidale con seggio presbiteriale in muratura da cui emerge la cattedra episcopale. Le colonne e i capitelli sono di spoglio, il recinto del presbiterio è ricostruito con materiali di diverso periodo. Di grande pregio i mosaici degli ambienti laterali all'abside, dove compaiono dei pesci, gli unici presenti nei mosaici gradesi.Lignano Sabbiadoro(5.967 ab.). Centro in provincia di Udine, costruito su una penisola protesa tra mare e laguna, alla foce del fiume Tagliamento. Prima di diventare una delle stazioni balneari più importanti d'Italia, Lignano era un villaggio di pescatori immerso in fitte pinete, che ora sopravvivono in poche, ristrette zone. Difficile da raggiungere a causa delle paludi lungo il Tagliamento, a fine Ottocento fu presidio della Guardia di Finanza, impiegata per combattere il contrabbando in laguna, allora attraversata dal confine italo-austriaco. Nel 1903 si costruirono un albergo e un primo piccolo impianto balneare, ma il vero sviluppo turistico si avviò con l'apertura nel 1926 del primo collegamento viario; nel 1935 Lignano ottenne l'istituzione di un'Azienda di Soggiorno e Turismo e prese il nome di Sabbiadoro. Negli anni del boom economico nacque Lignano Pineta (1953-56), su progetto di Marcello D'Olivo, esponente dell'architettura organica, che concepì l'insediamento secondo un'originale pianta a spirale. D'Olivo progettò anche alcune ville. Negli anni Sessanta è stata costruita Lignano Riviera, con pianta a scacchiera irregolare; da segnalare le Terme marine (1963), un elegante edificio con terrazza per sabbiature e bagni di sole. Della "Florida italiana", come la definì Hemingway (che fu in queste zone durante la prima guerra mondiale e al quale è stato intitolato un piccolo parco cittadino), resta ben poco, spazzata via dalla brutale attività edilizia degli anni Settanta e Ottanta. In una delle poche pinete sopravissute è stata "rimontata" la quattrocentesca chiesa di S. Maria, con un bel ciclo coevo di affreschi: la chiesetta si trovava nella località di Bevazzana, da dove fu portata via per sottrarla alle periodiche piene del Tagliamento. Dagli anni Settanta Lignano, diventata terza spiaggia italiana dopo Rimini e Jesolo, punta sempre più all'integrazione delle attività balneari con i servizi e i divertimenti. Dal 1985 ospita l'Acquasplash, il primo parco per giochi acquatici in Italia (40.000 mq); nel 1987 è stata inaugurata la sorprendente e postmoderna Arena, progettata dagli architetti dello Studio Nizzoli.Monfalcone(27.050 ab.). Centro in provincia di Gorizia, di grande importanza economica per i suoi cantieri navali. Di origini molto antiche, fu fondata su un isolotto che venne in seguito unito alla terraferma. Nel Trecento Monfalcone appartenne al territorio patriarcale di Aquileia. Nella seconda metà dell'Ottocento iniziò lo sviluppo industriale della città, grazie soprattutto al Cotonificio triestino. La rocca, posta sul sito di un antico castelliere, ospita nel torrione il Museo Paleontologico cittadino della Rocca. Nella Galleria comunale d'Arte contemporanea, egregiamente ricavata da un'ala del mercato coperto, vengono allestiti mostre temporanee ed eventi culturali.Muggia(13.343 ab.). Cittadina in provincia di Trieste, sorge su un'insenatura ed è protetta alle spalle dalle colline carsiche. è l'unico borgo istriano rimasto in territorio italiano dopo la rettifica dei confini con la Jugoslavia del 1948 e del 1955, ma in questa cittadina tutto è veneziano: l'architettura, il dialetto, la cucina e il rito stesso del carnevale: quello muggesano, che coinvolge per giorni l'intera popolazione. Le testimonianze più antiche di un insediamento umano sono sul colle di S. Barbara, dove rimangono tracce di un castelliere preistorico. Nella Muggia Vecchia, posta a 170 metri sul mare, sorse il castrum romano e poi il borgo medievale, dove si trova la piccola basilica di S. Maria Assunta fondata nel IX secolo ma alterata nei secoli, estesamente decorata all'interno con affreschi dei secoli XII e XIII. L'area è stata recentemente organizzata a parco archeologico. Il borgo a mare si sviluppò intorno al Mille, prima chiamato Borgolauro e poi Muggia, con nome derivato da un toponimo che indica una zona paludosa presso la costa. Libero comune dalla metà del Duecento, la città passò nel 1420 sotto la Serenissima, della quale costituiva un territorio di frontiera a rischio, tanto che ancor oggi si può vedere lo stemma del Leone di San Marco, che reca un libro chiuso, nascondendo così la parola pax del motto "Pax tibi Marce evangelista meus". Il centro storico, con le sue calli e i palazzi a loggia ad arco acuto, si raccoglie intorno al mandracchio, cioè la darsena che si spinge fin dentro l'abitato. Su piazza Marconi, assai simile a un campiello veneziano, si dispongono gli edifici di maggiore interesse: il Palazzo comunale, ricostruito più volte (l'ultima nel 1934) e inglobante il quattrocentesco Palazzo dei Rettori; il piccolo Duomo, sorto nel 1263 su una chiesetta del secolo precedente, ma di fisionomia gotico-quattrocentesca. Assai caratteristica è la facciata a cuspide trilobata, al centro della quale campeggia un magnifico rosone. Sovrasta il portale un bel bassorilievo raffigurante la Trinità e i santi protettori, Giovanni e Paolo.Osoppo(2.933 ab.). Comune in provincia di Udine. Insediamento celtico e poi castrum romano, sorge ai piedi di uno sperone roccioso (310 m) sul quale si trova il millenario forte, monumento-simbolo della città e luogo militare di importanza strategica dal tempo delle invasioni barbariche fino alle guerre del Novecento. Orribilmente devastata dal terremoto del 1976, Osoppo ha saputo rinascere con solerzia, restituendo ai cittadini le sue opere d'arte, come la chiesa di S. Maria ad Nives, dove è conservata una pala d'altare, Madonna con Bambino in trono e santi, pregevole opera giovanile di Pellegrino da San Daniele (1494-95).Palmanova(5.383 ab.). Comune in provincia di Udine. è uno straordinario esempio di architettura militare: infatti la pianta della città è un perfetto poligono stellato a nove punte, conservatosi pressoché intatto. Voluta dalla Serenissima nel 1593 come opera difensiva al confine orientale, la città-fortezza fu chiamata Palma per commemorare la vittoria di Lepanto. Occupata da Napoleone, venne rafforzata e ribattezzata Palmanova. Ciononostante non fu mai di fatto impegnata in significativi eventi bellici; secondo Giulio Savorgnan, che la progettò, Palmanova doveva anche realizzare la concezione rinascimentale della città ideale. Nelle mura, circondate da un profondo fossato, si aprono tre porte monumentali, (il cui disegno è attribuito a Vincenzo Scamozzi) che ricordano il nome delle tre principali direttrici, oltre che successive capitali del Friuli: Aquileia, Cividale, Udine. Notevole è l'esagonale piazza Grande, ornata dalle statue settecentesche dei Provveditori generali che ressero la fortezza: affacciati sulla piazza sono il Palazzo del Provveditore generale e il Duomo, nel quale si conserva la pala delle Milizie, opera seicentesca del Padovanino. Nella piazza si trova anche il palazzo che ospita il Civico Museo Storico e il Museo Storico Militare, con armi e cimeli dal periodo veneziano fino alla seconda guerra mondiale.Pinzano al Tagliamento(1.635 ab.). Comune in provincia di Pordenone. Già dei patriarchi d'Aquileia, fu dato in feudo ai Ragogna di Pinzano e poi ai Savorgnan. Era luogo di un castello (di cui rimangono pochi resti) che controllava la stretta del Tagliamento, nel punto in cui la strada dalla riva destra passava alla sinistra. Il tesoro più prezioso di Pinzano sono gli affreschi del Pordenone. Nella chiesa di S. Martino si trovano il Martirio di S. Sebastiano e santi e la Madonna in trono col Bambino (1527-28). Nella piccola chiesa di S. Maria dei Battuti, situata nella frazione di Valeriano, vi sono invece affreschi (1524) staccati dalla facciata e portati all'interno della chiesa: essi raffigurano nel registro inferiore i Ss. Valeriano, Giovanni Battista e Stefano; nel superiore l'Adorazione dei magi e la Madonna col Bambino, e inoltre un S. Cristoforo probabilmente di Marco Tiussi (1535). Sulla parete sinistra della stessa chiesa il Pordenone ha lasciato uno dei suoi capolavori: la bellissima Natività con i Ss. Antonio e Floriano (1524). Altri affreschi alle pareti sono del Trecento, dell'ambito di Vitale da Bologna. Nella vicina chiesa parrocchiale è custodita la prima opera certa del Pordenone (1506), un trittico con i Ss. Valeriano e Giovanni Battista e l'arcangelo Michele.Porcìa(13.879 ab.). Città in provincia di Pordenone. La sua storia coincide con le vicende della famiglia Porcìa Brugnera, dal 1418 alleata della Serenissima. Il raccolto nucleo antico, molto ben conservato, è dominato dalla mole del castello, risultato di diverse trasformazioni, che nella parte più antica risale all'XI secolo. Altri luoghi-simbolo della città sono la Loggia municipale, la chiesa di S. Maria Assunta e la chiesa parrocchiale di S. Giorgio, neogotica ma di fondazione quattrocentesca: vi si trovano una pala di Francesco da Milano (1518 ca.), una Madonna con S. Giorgio e altri santi di Palma il Giovane (1621) e le portelle d'organo di Isaak Fischer (1674). Una particolarità è costituita dal campanile (1488): si tratta dell'unico in Friuli con due canne, tra le quali sono poste delle rampe senza gradini. Tutti gli anni, intorno a Ferragosto, al termine della tradizionale Corsa degli Asini il quadrupede vincitore ha l'onore di salire fino alla cima, in occasione della manifestazione che rievoca l'ingresso nel borgo di Carlo V (1532).RedipugliaFrazione di Fogliano Redipuglia, centro in provincia di Gorizia. La località lega la propria fama alla presenza del Sacrario, inaugurato da Mussolini nel 1938 e terminato nel 1940. Il grandioso complesso consiste in una scalinata in pietra bianca del Carso, inserita sul pendio di un'altura carsica; sui gradoni, dove ricorre la parola "presente" scolpita a grandi lettere, sono contenuti i resti di 40.000 caduti. La scalinata culmina in una cappella con tre croci luminose, che ospita i resti di altri 60.000 caduti, esumati dai cimiteri di guerra del Carso. Dalla cappella si accede a un osservatorio, dove un plastico in bronzo riproduce il teatro della guerra.Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. Sacile(18.670 ab.). Città in provincia di Pordenone, sul fiume Livenza. Sorta probabilmente nell'VIII secolo attorno alla pieve di S. Nicolò (il santo patrono dei naviganti), Sacile fu quindi sotto il patriarca di Aquileia che nel 1190 le concesse le libertà comunali, premessa agli statuti (i primi in Friuli). Veneziana dal 1420, divenne uno dei centri culturali più importanti dell'Italia settentrionale, tanto da essere detta la "piccola Padova". Del resto, già nel XIV secolo Sacile possedeva scuole pubbliche, dalle quali uscirono molti ludi grammaticarum magistri, che nelle città del Friuli contribuirono a diffondere la cultura umanistica. Sacile fu anche definita il "giardino della Serenissima" per la grazia del luogo. Il centro si sviluppa su una profonda ansa del fiume attraversata da canali navigabili, che formano due grandi isole, storicamente sedi l'una del potere politico, l'altra di quello religioso. Cuore della prima isola è piazza del Popolo, dove prospetta il Palazzo Comunale (1483, poi rimaneggiato più volte), con ampia loggia. Sul lato opposto si stende una sequenza ininterrotta di case fondachi porticate, di gusto prettamente veneziano, dimore di famiglie nobili dedite alla produzione e al commercio di prodotti agricoli. Per fastosità e dimensioni spicca il Palazzo Ragazzoni Flangini Billia, edificato nel 1570 dalla potente famiglia veneziana Ragazzoni; nel vasto salone di rappresentanza la gloria della famiglia è raffigurata negli affreschi di Francesco Montemezzano (1583), allievo del Veronese. Sul secondo isolotto, centro del potere religioso, si trovano la chiesetta della Pietà (1610) a pianta circolare, dove è custodito un Vesperbild in pietra e il Duomo; intitolato a S. Nicolò e costruito nel 1474-96 da Beltrame e Vittorino da Como sul luogo dell'antica pieve, è stato più volte rimaneggiato anche a causa dei terremoti.San Daniele del Friuli(7.937 ab.). Comune in provincia di Udine. Principale centro dei colli occidentali friulani, deve la sua notorietà internazionale alla produzione del suo inimitabile prosciutto crudo, a cui è dedicata in giugno una popolarissima festa. Libero Comune e florido mercato fin dal 1139, San Daniele espresse anche una vocazione culturale testimoniata dal patrimonio artistico e dalla presenza della più antica biblioteca pubblica del Friuli. Nella parte alta della cittadina si erge imponente il Duomo, settecentesco (Domenico Rossi, 1707-25) ma di ispirazione palladiana; cinquecentesco è il campanile, disegnato da Giovanni da Udine. Adiacenti al Duomo sono il Palazzo del Monte di Pietà (1769-75) e l'ex Municipio quattro-cinquecentesco, dove è collocata la celebre Biblioteca guarneriana, raccolta di preziosi codici e arredi istituita fin dal 1466 su lascito dell'umanista Guarnerio d'Artegna, canonico aquilejese. Tra i molti preziosi codici si segnalano una Bibbia bizantina del XIII secolo e la più vecchia copia della Divina Commedia di Dante, risalente al 1324. Nella quattrocentesca chiesa di S. Antonio Abate, ora sconsacrata, è conservato un emozionante ciclo di affreschi dipinto tra il 1498 e il 1522 da Pellegrino da San Daniele.San Dorligo della Valle(5.960 ab.). Comune in provincia di Trieste e centro principale della Val Rosandra, percorsa dall'omonimo torrente. La valle è una palestra naturale per rocciatori perché possiede tutte le caratteristiche dell'alta montagna. Infatti nel rifugio di Val Rosarda ha sede la Scuola Nazionale di Roccia.San Vito al Tagliamento(13.449 ab.). Comune in provincia di Pordenone, situato nella pianura della destra Tagliamento. Roccaforte dei patriarchi di Aquileia, che la controllavano per mezzo di un gastaldo e poi di un capitano, ebbe la particolarissima sorte di rimanere sotto il potere temporale dei patriarchi anche dopo la conquista veneziana, fino alla morte dell'ultimo patriarca Daniele Delfino (1762). A San Vito visse lo storico e politico Paolo Sarpi (1552-1626), di cui esiste ancora la casa. Il nucleo della città è piazza del Popolo, suggestivo spazio dai lati porticati e dai bei palazzi, tra i quali Palazzo Altan Rota (XV secolo), sede comunale, Palazzo Altan (XVII secolo), che ospita il Museo Provinciale della Vita contadina, e Palazzo Fancello, affrescato in facciata da Andrea Bellunello. Il Duomo chiude la piazza, affiancato dallo slanciato campanile (73 m) iniziato nel 1484 e completato nel Seicento. All'interno della chiesa, alcune belle opere di Andrea Bellunello (1488) e dell'Amalteo. Vero gioiello del Rinascimento friulano è la chiesa di S. Maria dei Battuti, voluta dalla confraternita dei Battuti nel 1360: il portale del Pilacorte (1493) introduce nell'aula unica, decorata a finti riquadri marmorei; nell'abside il ciclo di affreschi dell'Amalteo (1535), già ammirato dal Vasari, con Storie della Vergine e, nella cupola, una vertiginosa Gloria intorno a Dio Padre.Spilimbergo(11.341 ab.). Comune in provincia di Pordenone, nell'alta pianura friulana. Luogo di controllo sui guadi del Tagliamento fin dall'epoca romana, tra XI e XII secolo fu feudo dei conti carinziani Spengemberg (da cui il borgo derivò il nome), ministeriales del patriarca. I commerci resero Spilimbergo floridissima, tanto che dovette ampliare per tre volte la cerchia delle mura; superate alcune traversie, nel XV e XVI secolo, ormai veneziana, raggiunse l'apice dello sviluppo culturale con l'accademia umanistica di Bernardino Partenio. Nel segno della continuità con una tradizione artistica antichissima, Spilimbergo ospita dal 1922 la Scuola Mosaicisti del Friuli. Il monumento principale della città è il Duomo, in forme romanico-gotiche, promosso dal conte Walterpertoldo IV di Spilimbergo nel 1284 e completato entro il 1359. Il portale laterale Nord è una pregevolissima opera di Zenone da Campione (1376). All'interno, nelle absidi, è un ciclo di affreschi trecenteschi con storie del Nuovo e dell'Antico Testamento. Giovanni Antonio Pilacorte lavorò anche qui: suoi sono il fonte battesimale (1492) e le sculture della Cappella del Carmine (1498). Di grande valore è l'organo cinquecentesco con le bellissime portelle del Pordenone (1524). Nella cripta spicca l'arca sepolcrale di Walterpertoldo. Il Castello di Spilimbergo sorge sul luogo di una rocca romana; documentato già dal 1122, fu guardia fortificata anche durante il governo degli Spengemberg, che lo ingrandirono soprattutto fra XIV e XV secolo. Nel complesso, inconfondibile è il quattrocentesco Palazzo dipinto, con affreschi del Bellunello e balconcini in pietra del Pilacorte; sul lato occidentale, il cinquecentesco Palazzo Tadea, affiancato da Palazzo Spilimbergo Ceriani, che racchiude fregi dipinti da Giovanni da Udine (1542 ca.).Tarvisio(5.079 ab.). Centro principale della Val Canale e tributarie, Tarvisio (in provincia di Udine) è una rinomata stazione turistica e degli sport invernali. La sua posizione al confine con l'Austria (tramite il valico di Coccau) e con la Slovenia (tramite il valico di Fusine) è diventata negli ultimi anni un elemento favorevole alla valorizzazione sia del patrimonio naturalistico e paesaggistico dell'area, che dell'offerta di impianti sportivi e di attrezzature per l'ospitalità alberghiera. Le piste per lo sci alpino si affiancano agli anelli per lo sci di fondo, in uno scenario di boschi e vette, tra le quali alcune sono mete classiche dell'alpinismo giuliano. L'importanza che Tarvisio ha acquisito nel tempo è legata ai traffici diretti dall'Adriatico verso l'Austria. L'abitato ha origini romane; fu fortificato nel Duecento, quand'era possedimento del vescovo di Bamberg (in Baviera): della fortezza medievale rimangono tratti delle mura e due torrioni, uno circolare e uno ottagonale. Accanto si trova la chiesa parrocchiale dei Ss. Pietro e Paolo, fondata nel Quattrocento e più volte rimaneggiata. All'interno una pregevole Incoronazione della Vergine lignea del Cinquecento. A pochi chilometri da Tarvisio, in direzione del confine sloveno, si trovano i due piccoli laghi di Fusine, fra i più belli della regione, circondati dalle cime di tipo dolomitico del Mangart, delle quattro Ponze, della Stugova e del Veunza. Vivono nella zona cervi e camosci, cui si sono aggiunti, più di recente, alcuni orsi provenienti dalla Slovenia.Tolmezzo(10.592 ab.). Città in provincia di Udine, è la capitale storica della Carnia. Probabilmente di origini romane, Tolmezzo deve il suo ruolo preminente alla posizione strategica nella conca alla confluenza di But e Tagliamento, dove si incrociano le strade per il Cadore, l'Austria e la pianura friulana. Nel Medioevo appartenne al patriarcato di Aquileia il quale, nel Trecento, le concesse uno statuto e privilegi che definirono Tolmezzo quale centro principale della Carnia. Negli ultimi decenni della signoria veneziana, alla metà del Settecento, diventò un centro industriale grazie ad una singolare figura di imprenditore tessile come Jacopo Linussio, che arrivò a esportare prodotti anche oltreoceano. Il centro storico, detto Borgàt, caratterizzato da palazzine porticate, ha il suo fulcro nel Duomo di S. Martino, progettato da Domenico Schiavi a metà Settecento ma completato nella facciata solo nel 1931. Nella vicina chiesa di S. Caterina, di fine Settecento, è custodita una pala di Pomponio Amalteo, Sposalizio mistico di S. Caterina (1537). Palazzo Campeis ospita il notevolissimo Museo Carnico delle Arti e Tradizioni popolari, costituito sulla base del ricco patrimonio di testimonianze etnografiche raccolto da Michele Gortani (1883-1966); qui sono ricostruiti ambienti della vita domestica e del lavoro artigiano: cucine con focolare (che nella case carniche e fríulane non è addossato a una parete, ma spostato verso il centro della stanza e circondato da panche), camere da letto e di soggiorno, botteghe artigiane. Oltre agli arnesi per i lavori agricoli si possono vedere ceramiche, mobili, suppellettili, utensili di varie epoche, prevalentemente del Settecento e Ottocento, oltre che collezioni di indumenti esposti nelle cosiddette casse nuziali (cassapanche che contenevano i corredi di nozze), con molti esempi della produzione linussiana di tele e stoffe.Scorcio del centro di Tolmezzo (Udine) Venzone(2.322 ab.). Comune in provincia di Udine, situato ai piedi delle Prealpi Giulie alla confluenza delle valli del Tagliamento e del Fella. Fondata intorno all'anno Mille in posizione strategica sulla strada tra la Carinzia e la pianura, Venzone è il più significativo esempio di città murata del Friuli. Ridotta a un cumulo di macerie dal terremoto del 1976, è risorta molto rapidamente, divenendo con Gemona e Osoppo il simbolo della rinascita del Friuli. Il recupero dell'antico impianto urbanistico è stato condotto in modo esemplare: non sono stati ricostruiti gli edifici più recenti, che alteravano l'antica struttura urbanistica; le strade sono state pavimentate con grandi lastre di pietra, i fili della corrente elettrica interrati, le insegne al neon bandite. Sono state ricostruite le mura che racchiudono il borgo e si estendono per un perimetro di oltre un chilometro; delle tre torri che le interrompevano oggi rimane solo quella di S. Genesio (1309), mentre le altre due furono abbattute nell'Ottocento. Il Palazzo comunale, edificato tra il 1390 il 1410, è uno splendido esempio di architettura gotico-fiorita con influssi veneti e toscani. Distrutto da un bombardamento aereo nel 1945, è stato ricostruito tra 1952 e il 1959, poi gravemente danneggiato dal sisma del 1976 e di nuovo riedificato pietra su pietra. La parte inferiore è una loggia aperta, decorata con affreschi cinquecenteschi di Pomponio Amalteo; la parte superiore è alleggerita da una serie di bifore lobate. Simbolo della dominazione veneziana è il Leone di San Marco, scultura collocata, con un grande orologio, sulla torretta d'angolo dell'edificio. Il Duomo romanico-gotico di S. Andrea, costruito agli inizi del Trecento, è a croce latina con un'unica navata. Sui fianchi spicca il portale settentrionale, al quale lavorò nel 1308 Giovanni Griglio, raffigurando ad altorilievo il Cristo benedicente e i simboli degli evangelisti. Opera del medesimo artista è la lunetta del portale meridionale, con l'altorilievo dell'Incoronazione della Vergine. All'interno è conservato un Vesperbild in pietra, opera d'ambito tedesco dell'inizio del Quattrocento. Il fonte battesimale e le acquasantiere sono dello scultore lombardo Bernardino da Bissone (XV-XVI sec.). Tra le opere di pittura si distinguono la cinquecentesca pala di S. Orsola con le sue ancelle del venzonese Andrea Petrolo, quella della Madonna del Rosario di Melchiorre Widmar (XVII sec.), e La presentazione di Gesù al tempio di Giulio Quaglio (1696). Di fronte al Duomo si trova il duecentesco battistero, o Cappella di S. Michele, che custodisce le mummie, caratteristico e proverbiale elemento della storia venzonese. Le salme provengono dalle tombe del Duomo, dove la presenza di una muffa antibiotica ha consentito questa particolare forma di conservazione dei corpi.Regione Friuli-Venezia GiuliaFriuli-Venezia Giulia - TurismoFriuli-Venezia Giulia su FacebookRai Scuola ItaliaItalia - TurismoItaly - ItaliaRai Storia ItaliaAdnkronos Regioni e ProvincieAnsa - RegioniIl Piccolo - TriesteFriuliIl GazzettinoPordenone - OggiFiume Info La Voce del Popolo Istria e QuarneroPrimorski - TriesteTele Friuli Web-TvTeleQuattro Tv4 TriesteTele Pordenone TvRadio Nuova TriesteRadio AttivitàRadio FragolaRadio Punto ZeroRadio VascoRadio Italy ItaliaRadio Onde FurlaneRadio Studio NordEnciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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